LETTERA A MIA SORELLA

LETTERA A MIA SORELLA

Ho sempre pensato che tu fossi per me come un dono, uno dei più preziosi che potessi mai ricevere.  Quando mamma ci disse che aspettava te ho creduto scherzasse.  Invece no.  L’anno che sei nata compivo 11 anni, è tanta differenza. La bidella venne in classe dicendo che papà era al telefono e io non capii finché non mi dissero di correre a rispondere. Caddi dalle scale, ma credo di non essermene resa conto finché non vidi il livido il giorno dopo.

“E’ nata!”

Non volevo più stare a scuola, volevo che mi venisse a prendere. Volevo la mia mamma. Quella mattina quando ci svegliammo lei non c’era, papà l’aveva portata in ospedale. C’erano i nonni.  Chiesi di andare in classe di Emanuele per dirlo anche a lui.

Eri così piccola e strana. Tra me ed Emanuele ci sono solo 3 anni di differenza e io l’ho sempre visto come mio pari. Ma tu eri il mio vanto e il mio piccolo amore. Finii in punizione per aver dato dello stronzo a un bambino (STRONZO e lo confermo) che si permise di tirarti dell’erba in testa quel pomeriggio in cui tu, di soli 2 mesi, ti eri appena addormentata in braccio  a me. Peccato mamma fosse alla finestra a controllare…

La tua prima parola fu TATA, appena sveglia, sorridente e con quella vocina acuta vagamente nasale che ti contraddistingueva. I tuoi primi passi furono con me.

Quante notti passate vicine, dividendo lo stesso letto, tu a “grattare i puntini” e quanti pomeriggi passati a insegnarti a leggere e scrivere perché dovevi fare “i compiti veri”.

C’è stato un momento in cui credo di non essere stata una brava sorella. Dapprima con la malattia ma lì non posso biasimarmi troppo. In seguito con la smania di dover recuperare tutto quello che “stavo per perdere” e di rincorrere l’indipendenza. Sono stati anni un po’ bui ma non mi dimenticavo mai di te.

Poi siete andati via, in Abruzzo e io sono rimasta qui da sola. Non importa che fossi grande ormai, mamma per giunta. Io mi sentivo terribilmente sola.  Una volta metabolizzata la cosa è andata meglio ma sapere che ora ti senti tu così, ora che “da sola” sei rimasta tu, mi spezza il cuore.

Ti ho guardato profondamente e attentamente nei giorni che abbiamo passato assieme. Sei diventata così bella, non fisicamente… si anche ok ma intendo una così bella persona. Tieni sempre banco con i tuoi monologhi a una manciata di decibel sopra il limite accettabile, hai una vitalità e una solarità travolgenti. Le persone che ti circondano ti guardano con affetto e ammirazione a volte. Tu strappi un sorriso.  Tu che ancora oggi, a 23 anni, mi chiami TATA. Io ti vedo. Riesco a vederti in un modo in cui non ti vedi tu, riesco a vedere il tuo immenso valore, ciò che potresti diventare e vorrei lo vedessi anche tu così forse da scuoterti di dosso quella sensazione di inadeguatezza e inconsistenza che troppo spesso ci caratterizza entrambe.  Per te ho smesso di fumare, per quella orribile sensazione di averti delusa e ferita quella sera per delle stupide sigarette.

A te che mi manchi così tanto ogni giorno vorrei dire leggi tanto, viaggia se puoi, ama intensamente, evolvi e muta, non rimanere mai uguale a ieri e non avere timore di guardare oltre. Se sarai così coraggiosa da fare ciò e andare alla ricerca di risposte sappi che le troverai in ogni ostacolo che dovrai superare perché saranno gli ostacoli a plasmare la persona che sarai e ad indicarti la strada verso posti meravigliosi, siano essi reali o mete interiori.

Posto meraviglioso

Photo by Rebecca Bucci © 2016 La Libellula Ecobio – Tutti i diritti riservati

Non conformarti mai a nessuno, vivi la vita con quel modo unico e speciale che hai di vederla … fai quello che senti nel profondo dello stomaco. Quando penserai di non essere all’altezza sappi che quello è il momento in cui potrai realizzarti e quando crederai di non farcela stai pronta a compiere il passo verso il traguardo successivo. Non rimanere nell’incertezza di una decisione, quando non saprai cosa fare scegli per te stessa. Fatti indicare, consigliare e aiutare ma non permettere mai che sia qualcun altro a decidere al posto tuo e manipolare la tua vita.

Ti lascio infine le parole del monologo sulla vita tratte dal “Il curioso caso di Benjamin Button”, racchiudono tutto ciò che mi auguro per te dal più profondo del cuore.

“Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto,
per essere quello che vuoi essere.
Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi.
Puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo.
Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio.
Spero che tu viva tutto al meglio.
Spero che tu possa vedere cose sorprendenti.
Spero che tu possa avere emozioni sempre nuove.
Spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi.
Spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita.
E se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.”

Metà del mio cuore

Photo by Rebecca Bucci © 2016 La Libellula Ecobio – Tutti i diritti riservati

Tu che mi manchi ogni giorno… ricordati che ti amo dal primo giorno che ci hanno presentate.

Tata

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